Nel 1977, nell’ambito di un vasto progetto finalizzato al recupero dei quartieri degradati di Israele, decine di edifici furono oggetto di profondi interventi di ristrutturazione: gli appartamenti vennero ampliati e i palazzi rimodernati grazie all’aiuto delle comunità ebraiche di tutto il mondo. La raccolta di fondi partì da un’idea rivoluzionaria del Primo Ministro Menachem Begin: il “gemellaggio”. Sderot ricevette un caldo abbraccio dalla città di Milano, il quartiere Morashà di Ramat Hasharon assunse improvvisamente un’aria olandese, la Gran Bretagna adottò Ashkelon e Dimona, il Sudafrica fu gemellato con Ofakim, e così via. L’iniziativa era nata per far fronte alle difficoltà dei residenti dei quartieri poveri del Paese, che nessuno era ancora riuscito a risolvere. Un’idea creativa e il sostegno del Keren Hayesod e dell’Agenzia Ebraica trasformarono il sogno in realtà. In 30 anni sono state riqualificate 160 zone degradate del Paese, che sono oggi la casa di oltre 1 milione di israeliani.
Recupero dei quartieri degradati grazie a “gemellaggi”
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