Gerusalemme è in subbuglio. Vi sono continui attacchi e massacri. Il Paese è in rivolta. Come tante altre volte, Anton Daoud, dipendente del vicino Consolato americano, si presenta all’ingresso del cortile delle Istituzioni Nazionali. Il cancello è chiuso per timore di un attacco e la guardia si rifiuta di farlo entrare. Daoud si reca alla vicina stazione dei taxi e trova un conoscente che può identificarlo. Spiega alla guardia che deve entrare per consegnare alcuni documenti all’Agenzia Ebraica e alla fine l’addetto alla sicurezza lo lascia passare. Poiché l’auto di Daoud blocca il passaggio, uno degli addetti alla sicurezza dell’Agenzia decide di spostarla dall’ingresso anteriore dell’edificio verso l’ala del Keren Hayesod. Il mezzo, collegato a cariche esplosive, salta in aria con un tremendo boato, provocando il crollo di una parte dell’ala dell’edificio dove ha sede il Keren Hayesod.
L’attacco ha conseguenze terribili: 12 persone muoiono sul colpo. Tre di queste, incluso il direttore Aryeh Leib Yaffe, sono dipendenti del Keren Hayesod. Decine di persone rimangono ferite. Alcuni mesi dopo, da un balcone di quello stesso edificio, il Consiglio del Popolo annuncerà ai cittadini di Gerusalemme l’indipendenza di Israele